Il nostro Maestro di Judo, Luca Lemmetti, racconta:”Dal vasto archivio di Francesco Romani che fu mio Maestro, mi ritrovo in possesso di un articolo tratto da Athlon (ndr. Rivista federale connessa alle discipline del settore ) che tratta di un fatto del vissuto del Maestro di Judo Pio Gaddi. L’articolo parla della sua esperienza alle Olimpiadi di Tokio del 2004 sia come arbitro internazionale sia come giornalista. Articolo, quello, in cui coraggiosamente dichiarava di aver osservato diverse incongruenza dal punto di vista arbitrale che erano andate ad intaccare e, a volte, ad inficiare totalmente tanti incontri olimpici criticandone quindi gli esiti sia a livello sportivo che etico. Gaddi, classe 1929, romano, è stato co-autore assieme a Silvano Addamiani del manuale “Judo: attacco e difesa” pubblicato nel 1963; all’epoca entrambi avevano raggiunto il grado di terzo dan, cosa non frequente in occidente. Una copia di questo libro fu donata da Gaddi a Francesco Romani, suo primo maestro di Karate, che a sua volta lo donò a me, suo allievo di Judo. Dal libro e dall’articolo ho capito subito che Gaddi e Romani erano uomini e Maestri con caratteristiche molto simili se si guardava alla loro passione per le arti marziali, alla loro assoluta dedizione nel praticarle e soprattutto nell’integrare nella vita quotidiana gli insegnamenti che queste discipline impartivano sul tatami. Questa visione comune li portò spesso a collaborare e così i due Maestri si trasmettevano conoscenze sul Judo in uno scambio continuo che avveniva in modo naturale e rispettoso. Inoltre, spesso, questi incontri avvenivano sul tatami anche alla presenza di illustri Maestri nipponici che consentivano un ulteriore scambio di conoscenze tecniche e concetti legati alle arti marziali. Gaddi in seguito è diventato arbitro e docente internazionale di Judo, ma, nonostante le sue lunghe e frequenti trasferte estere non dimenticò mai di onorare il rapporto di amicizia che aveva con il Maestro Romani, rimanendo in buoni rapporti con lui per lungo tempo. Questi due personaggi sono e verranno ricordati come due autentici pionieri del Judo e del Karate e, in gran parte, gli artefici della loro diffusione in Italia.”